LA PRECESSIONE DEGLI EQUINOZI E LA PLANARIA

 

LA PRECESSIONE DEGLI EQUINOZI E LA PLANARIA

di Paolo Luporini

16 aprile 2025

Mi trovo a formulare gli auguri per il V Anniversario del blog TEMPI DEI CUORI CHE S’INFIAMMANO, che il 16 aprile 2020 si è trovato ad infiammare cuori in fiamme e cuori tiepidi che sopportavano a fatica il confinamento nelle case a causa dei decreti del governo decisi per limitare i contagi dalla SARS COV2 detta coronavirus COVID-19. Ho deciso, solo, di pubblicare giornalmente gli articoli già pronti e di correggere e pubblicare quelli che attendevano un migliore lavoro di editing. Non ero del tutto esperto, forse non ero il migliore, ma l’ho fatto. Forse non ho accontentato tutti, ma nessuno mi ha recriminato nulla. Piuttosto ho ricevuto molta gratitudine. Può darsi che sia stato un buon lavoro. Avevamo cominciato poco meno di due anni prima a raccogliere molte testimonianze, interviste, articoli, canzoni, poesie, racconti. Eravamo 38 collaboratori a questo progetto. Altrove nel blog e poi nel libro sono stati nominati tutti. Nello storico del blog se ne può trovare la lista. Auguro a tutti loro di stare bene, in questa primavera che segna la fine dell’inverno, che in senso metaforico sembra invece non finire, anzi peggiora. In questi giorni cade anche la Pasqua cattolica, che per la presenza del Vaticano nel nostro paese assume tanti significati. Senza approfondire, ma sempre generalizzando molto dall’alto, la Pasqua ebraica e la cristiana celebrano l’esodo del popolo ebraico e simboleggiano un passaggio. Nelle religioni antiche e moderne, nel pensiero filosofico degli antichi greci come dei filosofi moderni, il cambiamento è stato sempre indicato come il centro di un pensiero umano che tante volte ha assunto un significato positivo di progresso. Pure nella cultura orientale sono sempre stati pensati cicli vitali degli uomini, degli animali e delle cose, degli astri, che sono stati interpretati con un’immagine unitaria e pure dei simboli grafici molto significativi che hanno come base il cerchio. Altri filosofi hanno invece visto nei corsi e ricorsi ciclici della natura, del sole, delle stagioni, del ciclo giorno/notte, vita, morte, rinascita, un divenire che in fondo non cambia nulla, dovendo cambiare tutto. Un movimento incessante di cui non ci accorgiamo, quello che fa l'asse della terra rispetto alle cosiddette stelle fisse (che si muovono anche loro), che prende il nome di Precessione degli equinozi, dà il nome a questo mio post. Pensare a questo movimento lento ma grandioso fa pensare. Al cambiamento incessante. Pensare. Come e quanto puà pensare una planaria. Perché qualche altro filosofo ha pensato l’universo come immobile oppure ancora come un’illusione che compare ai nostri sensi individuali un inganno pure incomunicabile. Com’è, come non è, ognuno se ne è fatto un’opinione, dell’universo e della vita. Per alcuni è organizzazione causale caotica e disorganizzata, solo materiale, per altri, all’opposto, un perfetto organismo accuratamente progettato. Qualcuno pone l’uomo o addirittura se stesso al centro dell’universo, che sarebbe costruito esclusivamente a proprio vantaggio. Uno come me pensa a un proprio punto di vista neppure tanto originale, perché pensato anche da tanti altri nel passato e nel presente. Siamo tutti quanti punti. Di dimensioni indefinibili. Minuscoli oppure contenenti infiniti altri universi. Le numerose teorie pensate dai fisici comprendono anche questa mia credenza. Il nostro scopo non è certo, ma ci viene da pensarci come necessari. Se non lo fossimo, saremmo contingenti e avremmo benissimo potuto non esistere nemmeno alla nascita. Se invece questa si è verificata, la Potenza di ciò che avremmo potuto diventare si è realizzata nell’Atto di come siamo e di cosa facciamo. Acquista un senso, la nostra presenza, quello di portare avanti un progetto. In molti dei momenti presenti lo credo tanto. Se talvolta non mi trovo più tanto convinto, un pessimismo nichilista mi fa però riuscire ugualmente a pensare di sbagliarmi e, alla mal parata, se la condizione umana fosse proprio disperante, capisco che ciò che si può fare, nel disastro (come fu nella pandemia), è cercare di aiutarsi gli uni gli altri. Ce lo insegnò Albert Camus, deluso dal comunismo, nell’esperienza tragicamente desolante della guerra. I nostri auguri sono una richiesta di aiuto dal Futuro (e dagli altri) e una promessa (di portare aiuto). Preghiera religiosa o laica, non importa, ma comunque preghiera.


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