The Rain Before it Falls 10
Gian Paolo Ragnoli "Giambo"
Ogni tanto rimetto mano ai
fogli sparsi che custodisco in un paio di cartelline, cerco di dare un ordine
al caos, non ci riesco mai.
Mi capita in mano un vecchio
volantino, ingiallito dal tempo. E' senza data, ma si capisce dallo stile che è
della primavera '77, anche perchè è firmato Cellula d'Azione MaoDada.
Era un pomeriggio, sede di Lotta
Continua di via Fiume.
L.C. si era già sciolta ma
alcuni gruppi continuavano ad utilizzare la sede, gestita sostanzialmente da
Paola Di Francesco e frequentata dalle femministe ex di L.C. e dall'area
movimentista/circoli giovanili e simili. Paola mi aveva dato una chiave e
spesso ci trovavamo lì, come Cooperativa Musicale, come Circolo Giovanile
Cemento A(r)mato, o semplicemente come un gruppo di compagni sparsi.
Quel pomeriggio non ricordo
più perché fossimo lì e nemmeno chi ci fosse, a parte Rudi. Ho l'impressione che ci fossimo convocati con
l'idea di fare un volantino del circolo su chissà cosa, ma era già iniziato il
periodo in cui gli abiti della politica militante "a prescindere" ci
andavano stretti e me ne stavo lì, carta e penna in mano, a pensare e a
guardare Rudi, seduto dall'altra parte della stanza. Anche lui aveva carta e
penna in mano, di fatto quasi tutti i volantini del circolo e della cooperativa
li abbiamo scritti noi due.
A un certo punto cominciai a
scrivere, penso quasi senza rendermene conto, una specie di scrittura
automatica surrealista, e lui fece altrettanto. Stavamo evidentemente pensando
cose diverse, e i due testi prodotti sembravano impossibili da mettere insieme.
Il mio descriveva la
situazione in cui mi trovavo, la sensazione, che da allora non mi ha più
abbandonato, che la militanza totalizzante corresse su un binario che ci
allontanava dalla vita reale, dal qui e ora, ma che comunque non si potesse
fare a meno di scegliere una parte e starci fino in fondo, il problema era
quello di far incontrare la militanza e la vita. Il Settantasette
sembrò per qualche mese indicare il come, ma alla fine di settembre eravamo di
nuovo in via Fiume, nel giardino del bar all'angolo, una decina di reduci dal
convegno di Bologna, a guardarci in faccia senza saper più che fare.
Il testo di Rudi cominciava
più o meno come il mio, poi ironizzava su una figura di militante duro e puro
in cui era difficile non riconoscere Giovanni, che in quel periodo si era
avvicinato agli ex L.C. più nostalgici dell'Organizzazione.
Letto il suo testo ne aggiunsi
un terzo , che non saprei bene come definire, teorico-poetico o semplicemente
delirante, e decidemmo che messi uno dopo l'altro andavano bene così: per farne
cosa fu un problema che non ci ponemmo, in fondo quello che avevamo scritto
rispecchiava una situazione che vivevamo, era vero, anche se forse delirante,
certo più vero di certe analisi politiche calate dall'alto, magari lette e
imparate a memoria da “militanti severi” che poi, fatto il loro numero, con la
vita quotidiana del movimento e dei compagni avevano assai poco a che spartire.
Lo volantinammo in giro, io
davanti al Costa, dove avevamo qualche giovane seguace, diffusero anche la
Busta in quell’austero edificio dove sarei
rientrato, parecchi anni dopo, come genitore, e come “insegnante” di rock
assieme a Paolo
Chang, e con lui invitato dagli studenti occupanti
all’inizio del nuovo secolo ad annusare quanto fosse rimasto nell’aria della
nostra occupazione, quella del dicembre ’68.
La Cellula d'Azione MaoDada produsse anche
altri due testi, entrambi scritti interamente da Rudi, uno firmato Centro
Imprenditoria Democratica, dove si sbeffeggiava un convegno confindustriale al
Civico, l'altro per il Primo Maggio, molto bello, che distribuii indossando un
fiocco nero da anarchico ottocentesco.
Tutti e due, li ho appena
riletti, si potrebbero tranquillamente distribuire anche oggi, tolti i
riferimenti stretti alla cronaca, questo invece è evidentemente datato, ma mi è
particolarmente caro, perché ha fissato un momento irripetibile della mia vita,
e anche di quella di qualcun altro.
Tutti e tre i volantini
portavano l'indicazione: ciclostilato Altrove.
Simonetta e Tiziana? Non
c'erano, l'amore (gli amori) e la politica in quel tempo camminavano sulla
stessa strada, a volte però qualcuno era sull'altro marciapiede...
Ma, come cantava Todd Rundgren:
“A thousand true loves will live and die,
but a dream lives on forever”.
A Dream Goes On Forever- link YouTube
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