CUORI IN FIAMME - Nota di pagurobernardo e Ringraziamenti

 


Ph: Paolo Luporini

pagurobernardo


Va' a lavoràe da Sgorbini! 
Questo era l'invito più o meno ironico che ci veniva rivolto da chi non era d'accordo con noi. Nonostante la maggioranza di noi abbia continuato gli studi, si sia laureata e abbia trovato lavori sicuri nelle grandi fabbriche, nel pubblico impiego, in banca, in Arsenale, all'OTO, io un'estate da Sgorbini ci andai davvero. Fu grazie a tre sindacalisti dell'FLM di quella fabbrica ai quali fui presentato da un sindacalista dell'INMA, cantiere navale davanti al quale spesso volantinavo. Mi presentarono a un padroncino della ditta ITALMARE che mi assunse come manovale. Aveva un subappalto nel cantiere di Sgorbini e fui affiancato a un operaio specializzato tubista, Melchiorri. Era un anziano paziente ed esperto. Lo chiamavo 'Maestro'. Lui mi ricambiava chiamandomi 'dottore', perché gli avevo detto che ero iscritto a Medicina e Chirurgia. Con lui riparammo alcuni tubi contorti all'interno di una nave, sostituimmo un enorme scalandrone che ricostruimmo di sana pianta ed infine preparammo e installammo sul fumaiolo il grande logo dell'armatore di un grosso traghetto. 
Imparai che se otto ore sembran poche bisogna provare a lavorare. A me non sembrarono poche. Eppure le poche occasioni di contatto con gli altri operai mi fanno ricordare 'il Tromba', un operaio picchettino abbastanza giovane che era sposato ma che parlava sempre di corna e trombate e che conosceva un giochino con la sua catenina d'oro con la quale disegnava sul ponte della nave degli anelli e t'invitava a mettere il dito in una posizione nella quale immaginavi che sarebbe stato intrappolato. Poi lui, tirando uno o l'altro capo della collanina, liberava sempre il dito, salvo qualche volta all'inizio per farti vincere e puntare più forte la volta successiva. Vinceva sempre le scommesse. Il modo più intelligente di vincere con lui era di smettere di giocare. A luglio il caldo a bordo era torrido e non erano ammesse pause anche con le saldature. A fronte di quei ricordi non mi consola sapere che le condizioni a bordo siano cambiate poco, anzi mi scandalizza che, mentre i miei contributi pensionistici per quei mesi vennero regolarmente versati, vengo a sapere che è largamente esteso il lavoro nero. Le timbrature non sono previste in tutti i casi e perciò, a fronte di dieci-undici ore in busta paga ne figurano quattro. Così le ferie risultano dimezzate e tutto il resto, di conseguenza. Tornando a quei tempi in cui ero molto giovane, quest'esperienza finì perché il padroncino mi destinò a sostituire i cestelli dei filtri di uno dei forni dell'ENEL che bruciava il carbone. Il lavoro era a turni ed era molto schifoso. C'erano odori e sostanze tossiche con le quali venivamo a contatto, specialmente noi giovani, perché gli anziani non scendevano all'interno del forno. Loro dissaldavano con l'ossiacetilenica i filtri che noi tiravamo fuori e facevamo risalire con l'aiuto di un paranco. Nonostante avessimo le maschere e i guanti, le nostre tute s'impregnavano di quei residui malsani. Noi mangiavamo lì sul posto e non potevamo andare a prenderci il caffé con gli altri lavoratori della centrale. Il lavoro era a turni e la notte fu un'esperienza spettrale. Quando l'aria si rinfrescò ci accordammo per dormire almeno un'ora ma poi riprendemmo sino al mattino. Il risveglio fu il peggiore della mia vita. Peggio di me doveva stare un compagno di lavoro che si era rannicchiato proprio nel pozzo del forno, nel bel mezzo dei rifiuti della combustione. Quanta ignoranza! Poi venne la scoperta, per sua ammissione, che un altro operaio veniva pagato quattro volte più di noi. Era uno corpulento, che era sempre il primo a sollecitarci di riprendere il lavoro perché eravamo facilmente controllabili. Amichevolmente, era la spia del padroncino e ci controllava.
L'esperienza mi servì anche per il futuro ma per l'immediato mi portò alla scelta di riprendere gli studi e mi licenziai. Gli studi non dettero i risultati in termini di esami superati e così, nel '78, li abbandonai e, travolto da fatti critici, feci domanda per un corso ANCIFAP per operatore di macchine utensili. Contributo spese di 70.000 lire al mese, trasporto escluso, mensa compresa, solo dopo il primo mese, nel quale ce ne dovemmo portare da casa. Il Maestro d'officina ci diceva spesso cos'era il lavoro e ce lo diceva come può dirlo un friulano. I suoi consigli ci servirono quando fummo assunti in prova alla Termomeccanica Italiana S.p.A., con la quale lavorai molti anni.

Va' a lavoràe da Sgorbini è l'invito che rivolgo anche oggi a molti di voi, machevelodicoaffà? 
Sgorbini ha chiuso da molti anni...




















CUORI IN FIAMME ringrazia









           Ringraziamenti

 

Si ringraziano:

 

25 APRILE SEMPRE. l'Italia che Resiste!!!

6000 sardine a La Spezia

Alessandro Achilli

A.N.P.I. Sez. Centro SP

Amilcare Mario Grassi detto Celé

Andrea Luporini

Angelo Ciccio Del Santo

Antonio Zollino

Attilia Brusone

Augusto Caffaz

Augusto Licausi

Carlo Roda

Circolo ARCI del Canaletto

Claudio Bianchi

Claudio Corsi

Claudio Luporini

Claudio Rissicini

David Virgilio

Electric Shock

Elvira Taverna

Eredi di Federico Lucio Paganini

Fabrizio De André

Famiglia Augusto Caffaz

Federico Lucio Paganini

Gianandrea Ghirri

Gian Luigi Ago

Gianni Tendola

Gian Paolo Ragnoli

Giuliano Olivieri

Global Revolution

Graziano Bellani

Guido Melley

I Giacobini del Golfo

I PID

Il dono sospeso

Il settantasette

Laura Ruocco

L’orda d’oro

Marco Brando

Marco Cecconi

Marco Rovelli

Massimo Marasco

Mauro Bertini

Natalino Alberti

Oretta Iacopini

Paola Polito

Paolo Luporini

Patrizia Valanzano

Pietro Bellani

Riccardo Pioli

Rita Orecchio

Roberto Bertoni

Roberto Bugliani

Roberto Di Maio

Rudi Veo

Sergio Olivieri

Sergio Scontrini

Stefania Ricciardi

Stormy Six

William Domenichini

Xindrox



Si ringraziano tutti i lettori per l'attenzione riservata ai nostri 106 post. Grazie per averci fatto compagnia dal 16 aprile.
lasciate un vostro commento, svp.


Commenti

  1. 👍 un ambiente, quello metalmeccanico e navale che conosco molto bene, e ben descritto.

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