Sacco e Vanzetti per me


Sacco e Vanzetti per me 

Paolo Luporini    -    23 agosto 2020 

Venni a sapere di Sacco e Vanzetti dal film di Giuliano Montaldo con Riccardo Cucciolla e Gian Maria Volonté, grande attore che già conoscevo. Vidi il film con il mio amico Massimo in prima visione cittadina al cinema Astra, dove attualmente ci sono un supermercato Basko e un parcheggio per auto. Senza stare a piangere sulle sale prestigiose del passato e sul declino del cinema, mi rivolgo subito al film, di cui avevo ascoltato parte della colonna sonora, “Here’s to you”, cantata da Joan Baez. L’attivista era famosa e alcune sue canzoni le cantavamo negli scout. Di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti non avevo mai sentito parlare da nessuna parte. Non avevo neppure idea dell’esistenza degli anarchici. Nel 1971 avevo sedici anni. Considerato il fatto che noi ragazzi sapevamo più cose di quante ne sappiano i nostri coetanei di oggi, domandate a un sedicenne com’è fatto un anarchico.

Il film ci aprì gli occhi e m’impressionarono molto lo sguardo dolce e timido di Riccardo Cucciolla che impersonava Nicola Sacco e la forza delle frasi che Bartolomeo Vanzetti-Gian Maria Volonté pronunciò al processo.

A beneficio dei giovani che non hanno mai visto il film, riporto la trama tratta da Wikipedia: “1920, Stati Uniti d’America: a seguito di un attentato dinamitardo attribuito al movimento anarchico e mai rivendicato, vengono rastrellati numerosi italiani. Sacco e Vanzetti sono trattenuti con l'accusa di rapina a mano armata ed omicidio. Il processo, pur evidenziando la loro innocenza, mette in mostra al contempo la volontà delle autorità statunitensi di compiere un gesto di rappresaglia politica, condannando a morte in maniera esemplare i due anarchici italiani.

A nulla serviranno le numerose mobilitazioni della comunità locale, non solo quella italiana, e i numerosi comitati di liberazione. Vanzetti inoltrerà invano domanda di grazia, pentendosi successivamente, e lodando il coraggio di Sacco, che, non piegandosi alla richiesta di clemenza, avrà dato piena testimonianza della propria innocenza. Sacco e Vanzetti moriranno sulla sedia elettrica.

Il film ebbe ripercussioni anche negli USA dove, nel 1977, “il governatore del Massachusetts Michael Dukakis riconobbe ufficialmente, con una cerimonia pubblica, l'errore giudiziario e il dolo dei magistrati.

Eppure, a Roma, il cinema che lo proiettò in prima visione subì un incendio doloso.

Al Festival di Cannes, dove fu presentato, ebbe il riconoscimento a Riccardo Cucciolla come miglior attore e a Rosanna Fratello fu assegnato il Nastro d’Argento del 1972 per il ruolo di Rosa Sacco. Il Nastro d’Argento per miglior attore protagonista per Cucciolla e per Ennio Morricone per la colonna sonora completarono il successo di pubblico e critica riscosso dal film.

Ecco il brano al quale mi riferivo:

Giudice Webster Thayer: Bartolomeo Vanzetti, avete qualcosa da dire prima che la condanna a morte sia resa esecutiva?

Vanzetti [alzandosi]: Sì. Ho da dire che sono innocente. In tutta la mia vita non ho mai rubato, non ho mai ammazzato. Non ho mai versato sangue umano, io. Ho combattuto per eliminare il delitto, primo fra tutti, lo sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo. E se c'è una ragione per la quale sono qui è questa, e nessun'altra. Una frase, una frase signor Katzmann, mi torna sempre alla mente: "Lei, signor Vanzetti, è venuto qui nel paese di Bengodi per arricchire". Una frase che mi dà allegria. Io non ho mai pensato di arricchire. Non è questa la ragione per cui sto soffrendo e pagando. Sto soffrendo e pagando per una colpa che effettivamente ho commesso. Sto soffrendo e pagando perché sono anarchico.... e me sun anarchic! Perché sono italiano... e io sono italiano. Ma sono così convinto di essere nel giusto che se voi aveste il potere di ammazzarmi due volte, e io per due volte potessi rinascere, rivivrei per fare esattamente le stesse cose che ho fatto. [dopo una breve pausa] Nicola Sacco... il mio compagno Nicola! Sì, può darsi che a parlare io vada meglio di lui. Ma quante volte, quante volte, guardandolo, pensando a lui, a quest'uomo che voi giudicate ladro e assassino, e che ammazzerete... Quando le sue ossa, signor Thayer, non saranno che polvere, e i vostri nomi, le vostre istituzioni non saranno che il ricordo di un passato – maledetto –, il suo nome, il nome di Nicola Sacco, sarà ancora vivo nel cuore della gente. [rivolto a Sacco] Noi dobbiamo ringraziarli. Senza di loro noi saremmo morti come due poveri sfruttati. [rivolto alla giuria] Un buon calzolaio, un bravo pescivendolo, e mai in tutta la nostra vita avremmo potuto sperare di fare tanto in favore della tolleranza, della giustizia, della comprensione fra gli uomini. Voi avete dato un senso alla vita di due poveri sfruttati!

Giudice Webster Thayer: Nicola Sacco, avete qualcosa da dire prima che la condanna a morte sia resa esecutiva?

Sacco: No!

Giudice Webster Thayer [batte il martelletto]: In questo giorno, 9 di aprile dell'anno del Signore 1927, questa corte di giustizia ritiene, ordina, che voi, Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, siate mandati a morte mediante passaggio di corrente elettrica attraverso il vostro corpo. Così stabilisce la legge.

 

Una persecuzione violenta, un processo preconfezionato, pena capitale tra le più atroci. Vanzetti spiega cos’è la violenza:

Vanzetti: Io ho solo chiesto un atto di giustizia, ma voi mi avete spiegato ancora una volta che il sistema si regge sulla forza, sulla violenza.

Katzmann: Lei, Vanzetti, un anarchico, viene a parlarci di violenza?

Vanzetti: Da sette anni va raccontando questa storia e io torno a ripeterle che la società nella quale ci costringete a vivere, e che noi vogliamo distruggere, è tutta costruita sulla violenza. Mendicare la vita per un tozzo di pane è violenza; la miseria, la fame alla quale sono costretti milioni di uomini è violenza; il denaro è violenza; la guerra. E persino la paura di morire, che abbiamo tutti, ogni giorno, a pensarci bene è violenza.

 

E’ però significativo che, nell'edizione distribuita in videocassetta e in televisione, manchi la battuta finale di Vanzetti prima di sedersi sulla sedia elettrica, "I'm innocent".

 

 

(EN)

«Here's to you Nicola and Bart
Rest forever here in our hearts
The last and final moment is yours
That agony is your triumph!»

(IT)

«Vi rendo omaggio Nicola e Bart
Per sempre riposate qui nei nostri cuori
Il momento estremo e finale è vostro
Questo dolore è il vostro trionfo!»


(Joan Baez, Here's to you)











  

Commenti

  1. Va ricordato allo stesso modo un altro anarchico italiano, vittima dell'FBI, Andrea Salsedo

    https://it.wikipedia.org/wiki/Andrea_Salsedo?wprov=sfla1

    https://www.anarcopedia.org/index.php/Andrea_Salsedo

    Ecco invece la homepage di oggi di Anarcopedia:
    https://www.anarcopedia.org/index.php/Prima_Pagina

    RispondiElimina
  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  3. Pubblicato il libro di Bartolomeo Vanzetti "Non piangete la mia morte", Nova Delphi Libri, Roma 2010. Oltre alla succinta autobiografia scritta in carcere da Bartolomeo Vanzetti, il libro contiene le lettere ai familiari dall’America e la famosa ed emozionante autodifesa con la quale Vanzetti, prima della sentenza di condanna alla sedia elettrica, rigettò tutte le accuse mossegli dal Tribunale di Boston. Propongo qui sotto il link del testo integrale, tutto leggibile, di 234 pagine:

    http://www.abruzzoinmostra.it/letteratura/vanzetti_01/non-piangete-la-mia-morte-di-bartolomeo-vanzetti-pagt0001.htm


    Bartolomeo Vanzetti: NON PIANGETE LA MIA MORTE (LETTERE AI FAMILIARI)

    Ritenni il diritto della libertà di coscienza inalienabile, come quello della vita. Cercai con tutte le mie forze di convergere lo scibile umano a benefizio di tutti. So per esperienza che diritti e privilegi si acquistarono e si mantennero colla forza, e che cosí sarà finché l’umanità non avrà migliorato se stessa.
    Nella vera futura storia umana, abolite le classi e i privilegi, gli antagonismi d’interesse tra uomo e uomo, il progresso e i mutamenti saranno determinati solo dall’intelligenza e dalla comune generale convenienza.
    Se noi e la generazione che portano in grembo le nostre donne non arriveremo a questo risultato, non avremo ottenuto nulla di reale, e l’umanità continuerà ad essere ognora piú misera ed infelice.
    Riconosciuta la necessità della forza a invocare al servizio del bene, contro il regno del male, sono e sarò sino al supremo istante (se non m’accorgerò di essere in errore) comunista anarchico perché credo che il comunismo sia la piú umana forma di contratto sociale, perché so che solo con la libertà l’uomo si eleva, si nobilita e si completa.
    --

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

"Allora, ero lì, in piazza Brin"

Martedì 9 aprile con i cuoriinfiamme

TEMPI DEI CUORI TRASPARENTI