VENTENNI



Paolo Luporini
30 agosto 2022

Verrà, verrà, verrà
la fine di agosto.
La fine di tutto.
La fidanzatina partiva,
l'ultimo ballo
su una sdraio chiusa
stesa sulla sabbia.
L'ultimo bacio
sul cancello dello stabilimento
balneare.
Un paio di lettere, cartoline.
Questo facevamo, noi ventenni.
Ci rituffavamo in mare,
forti bracciate a rana
sott'acqua
in apnea.
Poi, a galla,
si ricominciava.
Un altro anno,
era già Natale.
Tumulti di pensieri,
forti battiti del cuore,
e corse, sulle strade 
di Roma o di Pisa
e Carrara.
Eravamo un fiume 
che non si ferma.
Oggi, la siccità.
Le chiavi le ho date 
da tanto, 
ma aprono, chiudono, 
aprono, chiudono soltanto. 
Tornano sempre, 
a mani vuote, 
come se temessero 
di apportare modifiche 
a un Mondo già brutto com'è.
Ho paura per loro,
noi cambiammo il mondo,
loro dubitano
di salvarlo
e indossano maschere
ciniche,
smargiasse,
ci rinunciano,
e hanno crisi
di angoscia.
Se piangono,
non è per amore,
ma per solitudine,
e nessuno li vede.
La mia delega è in bianco,
non firmo una ricetta
che non cura,
il mio titolo di studio
è scaduto
da cinquant'anni.
Un abisso,
a guardarlo,
profondo e buio.
Risalgono foto bagnate,
ma non di lacrime,
di rimpianti.
Asciutti ed aguzzi
come cocci di bottiglia. 

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