Bernardo di Cluny

Paolo Luporini

Vedendo un cartone animato con questo bambino, mentre lui scorrazzava a gattoni per casa, ho veduto dei piccoli dinosauri affaccendarsi per raccogliere dei loro oggetti simbolici del loro periodo preumano da inserire in una loro capsula del tempo, nascosta in un tronco cavo abbattuto. Tra canzoncine, dialoghi, scherzi, risate e risolini, vocine graziose, il cartone animato mi lasciava libero di pensare cosa vi inserirei io. Ho pensato che ne ho già disseminato molte, una, ad esempio, è stata collettiva. Cuori in fiamme, il blog,
https;//cuoriinfiamme.blogspot.com
è una nostra capsula del tempo. Come tutte le capsule del tempo, il contenuto è importante. Il contenitore, invece, non ha una scorza impenetrabile dagli agenti corrosivi né dal tempo. È un contenitore molto labile, digitale, indifeso. A ragionarci, la paura che il contenuto possa essere corrotto è alta. Come per molti contenuti del passato, chi governa il presente è padrone del passato e compromette e plasma il futuro. La carta è un supporto più resistente, ma se l'interesse per i libri muore, la carta è buona per il fuoco, il rogo per i libri può non essere necessario per rendere nullo un passato scomodo per il presente. Il nostro fu un tempo di cuore e di libertà, di ideale, di musica, amore, d'infrazione di tabù, d'immaginazione, di pace e forza, di collettivo e scontri. Fummo un sacco di cose e di contraddizioni e il difetto delle nostre lotte fu la sconfitta. Non era una battaglia ad armi pari. Tentammo l'assalto al cielo. Fummo abbattuti. La nostra capsula del tempo non è comprensibile per i giovani di oggi, non sono interessati. Come potremmo sperare che interessino, le nostre storie, ai ragazzi di domani? Lo so, è un tema immortale di qualsiasi scrittore, che, come un qualsiasi costruttore di piramidi, costruisce e scrive con l'illusione di superare la fine ed essere immortale almeno in qualcosa, la propria opera, perché i posteri ricordino un nome, che sarà forse l'unica cosa che terranno a mente di noi.
"Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus" ("la rosa primigenia esiste solo nel nome, possediamo soltanto nudi nomi") è una variazione dal verso I, 952 del poema in esametri De contemptu mundi di Bernardo di Cluny
(Chi era costui?)

Se poi, nel testo, "rosa" fosse "Roma", non cambierebbe il significato di labilità di una gloria, di una reputazione. Dell'originale, resterebbe solo il nome.
Come il Re, è nudo.

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