Un mio ricordo personale di Claudio Lolli - Gian Luigi Ago





Claudio Lolli e questa vita chiusero i conti il 17 Agosto 2018. In qualche modo eravamo già preparati a questa notizia, ma lo stesso non vennero meno incredulità e sgomento. 
L'ultima volta che sono andato a trovarlo a casa sua abbiamo parlato a lungo. Avevamo instaurato una corrispondenza via email in cui parlavamo di Gadda, Cèline, Borges, Pasolini, ecc. Ho avuto nella mia vita il grande onore di suonare aprendo alcuni suoi concerti. La prima volta che lo conobbi fu negli anni '80 quando girava con il furgone Volkswagen arancione e il suo cane lupo. Ero già suo estimatore da sempre. Poi le iniziative dell'Associazione Culturale Aspettando Godot mi hanno portato a incontrarlo da musicista sul palco e nei raduni incentrati sulla sua musica. Ho tanti ricordi impressi nella mente, come quando mi improvvisai suo fonico in una festa a Parma finita poi davanti al vino a discettare di musica e letteratura o come quando a cena, dopo un concerto vicino a Ferrara, improvvisammo con molti altri Anna di Francia con lui che faceva da direttore d'orchestra. Il resto è la fase difficile degli ultimi anni e il suo essere patrimonio della musica e di un'intera generazione. Noi eravamo gli zingari felici che cantava. Poeta, scrittore, musicista e infine uomo che sarà difficile non vedere più tra noi. Ti ho voluto bene, ti abbiamo voluto bene tutti. Canteremo ancora le tue canzoni, le nostre canzoni. E quell'assolo di sax nell'intro degli Zingari sarà per sempre come un soffio al cuore.  

Ciao Claudio, grazie di tutto ❤ ci manchi molto, troppo...





NON CHIEDERE
Ma il fatto è che io non dormo più e dovrei
Ma tu sei vicina soltanto quando non ci sei
E domani è una montagna che scalerò da solo
Mentre tu conterai tutti i tuoi nei
Ed il fatto è che io non dormo più e dovrei

Ed il fatto è che io non sogno più e dovrei
Ma perdo il tempo come se avessi fatti miei
E sono sicuro che alla stazione passerà la rivoluzione
Con un treno già tutto pieno di amici miei
Ma il fatto è che io non sogno più e dovrei
Ma non chiedere la parola che mondi possa aprirti
Questo soltanto oggi possiamo dirti
Ciò che non siamo
Ciò che non vogliamo

Ed il fatto è che io non piango più e dovrei
Riflessione o disgusto, ma perché non ci sei?
La tua storia che non mi aspetta
E poi da sempre vado di fretta
So contare solamente da uno a sei
Ma il fatto è che io non rido più e dovrei Ed il fatto è che sono solo alla stazione
Rompicapo la testa senza soluzione
Con quel treno che non arriva
Non ho più proprio prospettiva
Ho imparato a sognare solo i sogni miei
Ma il fatto è che non li sogno più e dovrei

Tra il dovere e l'intenzione c'è una linea di alta tensione
Che ti brucia le mani e tutto ciò che sei
E invecchiare va bene sì, ma adulto mai E non chiedere la parola che mondi possa aprirti
Questo soltanto oggi possiamo dirti
Ciò che non siamo
Ciò che non vogliamo






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