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Visualizzazione dei post da maggio, 2022

I COMPLIMENTI

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  I COMPLIMENTI Paolo Luporini 28 maggio 2022 C'è chi diffida dei complimenti Degli altri. Li crede falsi, adulatori, Oppure, se da amici e parenti, Paternamente compiacenti. Ho spesso tenuto conto Che potessero essere dettati Più dall'affetto che dalla stima o dal valore . Ne ho ricevuti tanti da perfetti sconosciuti Che si sono rivisti giovani anche loro Con i miei stessi ricordi. Ciò ha generato il loro sincero entusiasmo, La gratitudine, il complimento. La Palmaria è un Bene Comune. Che non lo sia solo nella memoria... Grazie a tutti voi. So che lo impedirete.

C'ERA UNA VOLTA LA PALMARIA DALL'ALTO

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Paolo Luporini  E sono 49...gli anni dal mio primo volo, sui cieli di Spezia. Partimmo dall'aeroporto dell'aeronautica militare di Pisa, dopo esserci sorbiti un documentario sulle Frecce Tricolori, proiettato in una sala della loro caserma. Ci fornirono pure una 'schiacciata' e delle bibite. A onor del vero, visti i loro scopi, che erano il reclutamento di aspiranti piloti (e quindi, per quell'epoca, niente donne), accettarono anche le nostre compagne di classe. Era l'anno della maturità e ritagliammo quel giorno di svago dalla nostra preparazione per l'esame. Dopo il film e il rinfresco, ci spostammo sino agli aerei. Erano dei C130 che avevano le poltroncine laterali e le cinghie di sicurezza. Chiusero il portellone posteriore e decollammo vedendo l'esterno dai piccoli finestrini. Quando fummo in volo aprirono il portellone e ci divideva dal vuoto solo una cinghia fissata di traverso orizzontalmente e la presenza di un ufficiale che ci mostr

C’ERA UNA VOLTA LA VELA ATTORNO ALLA PALMARIA

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  Paolo Luporini   Pochi sanno che nella mia vita ho molto sofferto per lunghi acuti periodi e, ad un grande male, sono necessarie grandi cure. Quello zio pavese che mi mise a disposizione la sua barchetta “Gobbi” per molte estati fece il grande passo di abbandonare quel genere di imbarcazioni e passare invece alla Vela. Stava ancora solo osservandosi intorno per fare un buon investimento e veleggiava su grosse barche a vela di suoi amici, qui nel nostro Golfo, che è un Paradiso della Vela. Un giorno mi avvisò con pochissimo anticipo che mi avrebbe portato con lui sulla barca di un amico. Rifuggendo all’abitudine domenicale di una giornata senza scopo, che avrei passato ad ascoltare i miei CD, sempre gli stessi, e a crogiolarmi nella sottile sofferenza di Renato Zero o Bruce Springsteen, nonostante fosse una giornata invernale con il cielo coperto ma non piovosa, contrariamente alla mia indole, accettai, con l’approvazione di mia mamma, che mi disse: “Vai!”. Avevo dei mocassini

C’ERA UNA VOLTA UN DORY IN PALMARIA

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  Paolo Luporini   Anche questa volta il titolo non è preciso. Avrebbe potuto essere un Boston Whaler. Dory e Boston Whaler erano i due modelli di natante di quel tipo simile che al Salone della Nautica di Genova avevano sempre intorno folle di aspiranti marinai che non potevano permettersi spese superiori. Tra questi c’era mio zio Vittorio, che è un pavese di provincia, che, avendo soggiornato per due o tre anni negli anni cinquanta a Portovenere con le sorelle, d’estate, si era appassionato al mare e sognava di pilotare un bellissimo Riva, il motoscafo dei divi del cinema, un bolide del mare che concede tuttora al lusso e all’eleganza un mito che gli viene dall’essere sempre stato il taxi dei divi, a partire da Hemingway per arrivare al più recente Festival del Cinema di Venezia, arrivato alla sua settantottesima edizione lo scorso settembre. Non potendo coronare quel sogno (ha sempre sognato in grande), acquistò un “Gobbi”, ma avrebbe anche potuto essere un “Cranchi”, al nome de

C’era una volta intorno alla Palmaria

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  Paolo Luporini   Il mio primo natante fu varato al Carlo Alberto. Era un canotto arancione per bambini, con i due remi, gonfiabile. Lo gonfiò mia mamma, con uno di quei soffietti a pedale. Non ci mise poi molto. Io ci saltai sopra. La mamma m’impose il cappellino, che io non volevo. Lei caricò mio fratellino con me, pure lui con il cappellino come usava allora, con una piccola visiera e gli spicchi di tela cuciti e con quel bottoncino in cima alla testa, e ci seguì a nuoto mentre io mi esibivo nella famosa “Vogata in tondo” tipica di quel mezzo navale. Mi avvidi subito che una pratica che sembra semplice può essere invece molto complicata. Per di più, appena ci staccammo un po’ di più dagli scoglietti che circondano l’area del nostro solito bagnetto, provai la velocità della corrente del canale di Portovenere, che, senza un esperto controllo da parte dei remi, ci avrebbe portati sino a un punto intermedio tra l’Olivo e il Bagno dei Sottufficiali della Palmaria. Un intervento di

C’era una volta su e giù per la Palmaria

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  Paolo Luporini   Chi invidia la mia “formidabile” memoria non sa che invece scriverne è pure uno sforzo. Ricordare, specialmente i momenti davvero felici del passato, contiene pure una sofferenza del presente e la preoccupazione del futuro, nella consapevolezza che certe esperienze avventurose non le potremo più fare, per gli anni, per il fisico, talvolta per lo spirito. Eppure, altre soddisfazioni affiorano, come il piacere della condivisione di ricordi comuni a tanti, talvolta la gratitudine di chi legge, addirittura gratis, ampi stralci di vita spezzina che richiamano alla gioventù, che è quasi per tutti una stagione della vita molto felice. Consapevole di aver scritto delle ovvietà per molti, taccio su questo argomento e torno alla nostra Palmaria genuina, quella delle nostre esplorazioni, che oggi le agenzie di viaggio vendono come trekking. Noi partivamo per le nostre escursioni su e giù per l’isola addirittura con le infradito, incoscientemente. Non fatelo! Se lo avete

C’era una volta in Palmaria

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  Isole Terra ruscelli ed alberi avvolti dal mare onde strappano la sabbia dalla mia isola. I miei tramonti svaniscono. Prato e palude aspettano solo la pioggia. Granello dopo granello l'amore corrode le mie alte consunte mura che tengono a bada la marea e culla il vento sulla mia isola. Aride scogliere di granito dove i gabbiani volteggiano e dolentemente planano sulla mia isola. La bruma della mia alba umida e pallida evapora al sole. La rete dell'amore è lanciata. I gatti vagano, i topi scappano Intreccio i rovi come mani spinose dove le civette riconoscono i miei occhi. Cieli viola abbracciano la mia isola, abbracciano me. Sotto al vento fattosi onda infinita pace le isole si stringono le mani sotto il mare del paradiso. Scure banchine del porto come dita di pietra si allungano bramose dalla mia isola. Carpiscono le parole dei marinai. Perle ed angurie sono sparse sulla mia riva. Come innamorati, legate in cerchio. Terra ruscelli ed alberi ritornano al mare. Onde lambiscono

INTIFA DALLA GALASSIA

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    Ph.: Paolo Luporini Asfalto cortile quartiere umbertino SP Celebrando il ricordo di una bella presentazione della Lista Spezia Bene Comune, quella del Faro con la falce, martello e stella, e dei suoi candidati. (7 maggio 2022)