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Visualizzazione dei post da aprile, 2022

Magnifico Brecht!

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Paolo Luporini "C'è una parola che mi è particolarmente cara e qui [indicando il tabellone alle sue spalle con le parole d'ordine del partito] non c'è... Passione: una parola chiave non solo per la politica, anche per la vita. Ascolta, sto parlando proprio a te. Tu dici: "Per noi va male". [prosegue citando per intero la poesia A chi esita di Bertolt Brecht]  Dici: per noi va male. Il buio cresce. Le forze scemano. Dopo che si è lavorato tanti anni noi siamo ora in una condizione più difficile di quando si era appena cominciato. E il nemico ci sta innanzi più potente che mai. Sembra gli siano cresciute le forze. Ha preso una apparenza invincibile. E noi abbiamo commesso degli errori, non si può negarlo. Siamo sempre di meno. Le nostre parole d’ordine sono confuse. Una parte delle nostre parole le ha stravolte il nemico fino a renderle irriconoscibili. Che cosa è errato ora, falso, di quel che abbiamo detto? Qualcosa o tutto? Su chi contiamo ancora

LA DUNKERQUE ALLA ROVESCIA

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Rudi Veo Pasqua 2022 17 aprile LA PALMARIA Era estate, un’estate un po’ avanzata, era agosto, passato ferragosto, quando incominci a fare i tuoi calcoli, sbirciando le ipotesi autunnali e magari avresti preferito voltare lo sguardo indietro, quando era primavera e tutto filava per il meglio. Eravamo nella seconda metà degli anni settanta,  bighellonavo una mattina, quando avevo vent’anni e prendevo sul serio il mio umore, terribilmente instabile, forse era così che mi piaceva sentirmelo addosso, strana gente i ventenni.  Quando hai quell’età è facile innamorarsi e nel caso la questione funzioni, ti ritrovi pieno di strane certezze, del tipo che se ti si presenta davanti un muro che vorrebbe fermare il tuo passo, pensi non ci voglia molto a superarlo, potresti farlo semplicemente camminandoci sopra.  Cosa c’è di più naturale che zampettare su un bel muro verticale, assumendo una posizione orizzontale, spiazzando Galileo, Newton, la fisica classica, la forza di gravità, forse

L'AVREI ABBRACCIATO

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L'AVREI ABBRACCIATO Paolo Luporini  16 aprile 2022 Era il settantanove Ottobre Mio padre, prima del 28 del mese, Quando avrebbe compiuto I suoi cinquantaquattro, Invalido malato di cuore Prese il treno, solo, Per Viareggio Alle tombe dei genitori,  Del fratellino e dei nonni E poi visitò i cugini. Per tornare al treno Volle passare dalla chiesa Di San Paolino. Lo vide. A cena, Io avevo il turno di mattina E lui aspettò il mio ritorno Dalla scuola serale Affranto ci disse Che vide un giovane Iniettarsi una dose. Non fu reticente Sulle proprie emozioni Si sentì impotente Non seppe che fare Non fece nulla Passò oltre. Di una generazione di guerra Non poteva capire Chi la morte la cercava da solo. Lo compatii, mi sembrava un bambino Scottato dal fuoco Incredulo di soffrire E non capire Io e mio fratello Ne sapevamo, Noi credevamo, Di più.  AVREI VOLUTO ABBRACCIARLO Rimasi muto Senza risposte Alle domande Dei suoi occhi lucidi Della voce spezzata.