Addio triste

Ballata triste di una tromba - Nini Rosso


Paolo Luporini
Notte del 13 giugno 2022

Da scout avevo imparato la cittadinanza come impegno di servizio e vedevo la politica come la vedevano, in modi differenti, La Pira, Beppe Ricciardi, Don Lorenzo Milani, i Padri Costituenti, molti ex partigiani. Avevo simpatie per il MPL, che nessuno di voi conoscerà oppure, se di età, ricorderà. Cercate su Wikipedia. Lì ce n'è ancora traccia, come della Lega dei Comunisti, il minuscolo gruppo scarsissimamente diffuso in poche parti d'Italia di cui entrai a far parte. Mi guidavano gli stessi criteri generali, con in più lo spirito di giustizia e la lotta per i diritti, l'uguaglianza, identici obiettivi che mi fecero manifestare, avere una presenza costante nei quartieri con la diffusione del giornale e parlando con la gente che li abitava, organizzandone le lotte, presenziare davanti alle fabbriche, prendere coscienza e dibattere sulle lotte di resistenza di altri popoli del mondo contro il colonialismo, i colpi di stato militari, le dittature. Vietnam e Cile vi dicono qualcosa? Il 25 aprile dei garofani rossi e il processo di Burgos? L'Irlanda, la Grecia, lAngola, il Mozambico, Angela Davis, la musica ribelle e via dicendo, sino ad arrivare agli untorelli del Convegno di Bologna, ai suoi indiani metropolitani e al nostro, Roberto Sani. Ho organizzato l'Autoriduzione delle bollette telefoniche della SIP, i mercatini rossi della carne, Radio Popolare Alternativa, ne ho già parlato in questo blog. Sono stato fotografo, qualche scatto è rimasto. Ho condiviso la vita operaia ma l'unica mia candidatura non fu politica. Nemmeno sindacale. Mi candidai nel Consiglio Direttivo del CRAL della mia fabbrica. Ottenni 28 voti, quanti quelli di un mio amico che si presentò alle passate amministrative. Né io né lui fummo eletti. Ne occorrevano un po' di più. A me passò la voglia.. M'incaricai volontariamente in commissioni di servizio nelle associazioni di cui feci parte e presi, due anni fa, nel lockdown, l'iniziativa di pubblicare i due blog, tra cui questo dei Tempi dei cuori che s'infiammano..Non credevo, quattro anni fa, quando in 38 cominciammo quest'avventura, che questo tipo di lavoro sarebbe servito. Mi sono ricreduto ricevendo complimenti soddisfatti da chi li leggeva. E così, una politica che credevo accantonata dalla Storia e da chi ci aveva creduto, compresi i suoi dirigenti che rincorrevano i consensi del centro sino a buttarsi del tutto a destra, mi parve potesse cambiare un corso cittadino che ho vissuto come il più negativo nella storia del nostro Comune. Oggi, senza aspettare i risultati definitivi di queste elezioni marcate dal punto più alto di assenteismo di questa città , già solo per quel dato mi sono completamente ricreduto. Il corso degli avvenimenti che hanno portato alla candidatura molto tardiva della migliore candidata possibile, Piera Sommovigo, mi hanno convinto che un ballottaggio sarebbe un miracolo immeritato di certa sinistra, tra cui io salvo Melley e Lombardi, con i loro volenterosi e meritevoli candidati. Non c'è sconfitta più certa di chi non vuol vincere. Questa delusione non ce la meritavamo, non se la meritavano Piera Sommovigo, quelle due liste, i loro candidati. La mia scelta di oggi è un accorato addio alla politica e, mi sento di aggiungere, persino alla cittadinanza attiva. Rispetterò le regole che verranno dettate, ma non segnalerò più un disservizio come ho fatto almeno una cinquantina di volte in questi ultimi cinque anni. Il futuro è dei giovani, se non se ne vogliono occupare loro, è giusto che vadano a crearselo altrove, se qui glielo rendono impossibile. Chi resta ha alcune scelte. La prina è adeguarsi, le altre dovranno inventarsele. Se morirò di malasanità, sarà perché non potrò avere accesso ai costi della sanità privata che resterà l'unica con un minimo grado di efficienza. Sono rassegnato al peggio, visto che in così tanti già lo sono, se non sanno scegliere tra bere o affogare. Rottamato, esco di scena. Ringrazio chi ci ha creduto, biasimo chi ha tradito. 

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