I NOSTRI FIGLI


Ospito una poesia di Andrea Fabiani. È un poeta dei Militanti. Partecipa a molti Poetry Slam e ne è pure organizzatore.
Interpreta in questa poesia il disagio della sua generazione.

    Generazione X

Il futuro 
è un groviglio che non ci interessa.
Fumiamo 
seduti al tavolo di un ristorante di pesce
sigarette industriali, parlando 
di ricordi di gioventù 
che conosciamo a memoria.

Siamo una generazione figlia 
d'una generazione 
che ha combattuto per qualcosa.
E per questo
non abbiamo mai combattuto.
Siamo rimasti ad attendere, 
tenendoci allegri, scherzando
come ci era stato insegnato,
che tutto andasse a posto da solo.

Non abbiamo mai avuto un nemico 
A parte noi stessi e il tempo.
O non ce ne siamo mai accorti.
Non fa differenza.
Siamo bravi a non preoccuparci.

Non abbiamo mai smesso 
di bere
di fumare
di rimandare.
Ci controlliamo mal volentieri.

Abbiamo avuto dei figli
per andare avanti, sentirci
di nuovo felici. Oppure
che non avremmo voluto, con cui
abbiamo pensato 
di sistemare relazioni in crisi.
Oppure 
non ne abbiamo avuti affatto.
In ogni caso
ci invidiamo a vicenda.

Non sappiamo usare la schwa.
Abbiamo problemi col sesso.
Siamo cresciuti con l'idea
che si potesse morire
scopando.

Ci sentiamo ancora ventenni, ogni tanto.
Ogni tanto piangiamo, 
ma non diciamo a nessuno
di avere pianto.
Ci sentiamo sconfitti, ogni tanto,
ma lo teniamo per noi.
Non andiamo in analisi.
Non vogliamo ammettere
di essere deboli.
Se vinciamo qualcosa pensiamo sia giusto 
e ingiusto allo stesso tempo.

Siamo bravi a mentire.
Molto bravi a mentire.
È il nostro talento.
Lo alleniamo da anni 
da più di trent'anni
mentendo a noi stessi.

Odiamo il lavoro 
che eseguiamo con zelo.
Non vogliamo invecchiare
Morire, magari
ma non invecchiare.

A volte
abbiamo saputo amare.

af

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