ECCIDIO DI BARDINE SAN TERENZO (FRAZIONE DI FIVIZZANO-MASSA)

 19 AGOSTO 1944




"Clara Cecchini, una bambina di sette anni, viene mitragliata insieme agli altri. Nonostante le gravi ferite riportate riesce a salvarsi, fingendosi morta per evitare il colpo di grazia."


La mattina del 17 agosto un reparto composto da una ventina di unità ed un autocarro giunge nella frazione di Bardine, a circa due chilometri da San Terenzo Monti. Qui i militari intimano la consegna di diversi capi di bestiame. Completato il carico, i soldati tornano verso Fosdinovo, ma a poche decine di metri dall’abitato di Bardine, appena guadato il corso del torrente omonimo, vengono attaccati da partigiani della formazione “Ulivi”, comandata da Alessandro “Memo” Brucellaria. Diverse testimonianze evidenziano come l’intervento sia stato richiesto da alcuni abitanti di Bardine che raggiunsero nella prima mattinata il comando della “Ulivi”, situato nei pressi di Viano.

Nel combattimento del 17 agosto rimangono uccisi 16 soldati tedeschi (un ufficiale, 4 sottoufficiali, 11 soldati) appartenenti ad un plotone di carristi subordinato alla compagnia del genio divisionale di Fisher. Un altro militare, gravemente ferito, morirà in seguito, dopo essere stato trasportato a Fosdinovo da alcuni abitanti di San Terenzo. Un secondo soldato, ferito lievemente, raggiungerà il paese di San Terenzo per poi tornare al comando.
La “Ulivi” subirà invece una perdita (Renzo Venturini, 18 anni), un ferito grave (Roberto Vatteroni) ed un ferito lieve (Aurelio Cappelli). Dopo aver fatto ritorno al campo di Viano, il gruppo si sgancerà dalla zona il giorno successivo, portandosi in territorio carrarese.

Nel pomeriggio del 17 agosto un forte contingente di truppe al comando di Fischer si reca a Bardine. Qui i soldati recuperano le salme dei commilitoni e distruggono buona parte dell’abitato appiccando incendi ed utilizzando esplosivo. La popolazione del paese, nel frattempo, si era allontanata dal borgo, ad eccezione di una donna e due anziani, che vengono uccisi.
I soldati del genio divisionale, sulla strada di ritorno verso Fosdinovo, uccidono i coniugi Vangeli, sorpresi appena fuori della propria abitazione, situata nei pressi del cimitero di San Terenzo Monti.

In relazione a questi avvenimenti nei due giorni successivi gran parte della popolazione di San Terenzo abbandona il paese.

La mattina del 19 agosto una una lunga autocolonna della Reichsführer proveniente dalla direzione di Fosdinovo attraversa il borgo senza fermarsi, percorrendo la provinciale che taglia in due l’abitato. I reparti coinvolti nell’operazione sono quelli installati a Fosdinovo, la Feldgendarmerie divisionale comandata da Gerhard Walter, il 16° Gruppo Corazzato Esplorante (SS-Panzer-Aufklärung-Abteilung 16), comandato dal maggiore Walter Reder.
Le truppe operano una sorta di accerchiamento, presidiando un’area compresa tra le frazioni di San Terenzo, Bardine, Colla, Ceserano. 
A Bardine, che i tedeschi trovano deserto, vengono fatti scendere dagli autocarri 53 ostaggi provenienti dal comando divisionale di Nozzano. Erano stati rastrellati il 12 agosto a Valdicastello al termine delle operazioni di Sant’Anna di Stazzema. Catturati insieme a centinaia di altre persone, erano stati valutati inidonei al lavoro e trattenuti a Nozzano Castello fino al 18 agosto.

Il 19 agosto la Feldgendarmerie aveva probabilmente provveduto al trasporto degli ostaggi nel sito scelto per effettuare la rappresaglia.
I 53 uomini vengono legati con del filo spinato stretto attorno al collo ad alberi, siepi, pali di sostegno dei vigneti, nella stessa area in cui due giorni prima era avvenuto lo scontro con i partigiani. Dopo una lenta agonia, sono freddati con un colpo alla nuca.
Nel contempo alcuni reparti raggiungono la frazione di Colla, sui monti antistanti Bardine, dove vengono rastrellate numerose persone. Altri nuclei tedeschi si spostano più a valle, verso la frazione di Ceserano, da dove risalgono il crinale fino al podere di Valla. Qui, a circa un chilometro da San Terenzo Monti, si erano rifugiate più di un centinaio di persone, in maggioranza donne, vecchi e bambini del paese. I soldati rastrellano la zona ed obbligano i prigionieri a marciare su e giù per un tratto di strada che collega Valla a San Terenzo.
Altre unità tedesche penetrano intanto nel borgo, dove uccidono il parroco, Don Michele Rabino, e rastrellano alcune persone rinchiudendole nei locali di un edificio. Dalle ricostruzioni successive alla strage, sembra che i tedeschi considerassero il sacerdote un collaboratore dei partigiani, perché reo di avere indirizzato i commilitoni uccisi il 17 agosto verso la frazione di Bardine (la parrocchia di San Terenzo comprende anche la frazione di Bardine).

Nella tarda mattinata si istalla in paese il comando delle operazioni: un gruppo di sette-otto ufficiali occupa l’unica trattoria del paese, gestita da Mario Oligeri. La testimonianza di quest’ultimo sarà fondamentale nel processo a carico di Walter Reder, per stabilire come il maggiore SS avesse firmato l’ordine relativo alla sorte dei rastrellati di Valla.

Intorno alle 13.30, infatti, i soldati impiegati in questa località ricevono il via libera per effettuare il massacro. I prigionieri, dopo la marcia forzata loro imposta subito dopo il rastrellamento, erano stati rinchiusi nei locali delle due case coloniche del podere, dove erano stati contati più volte. Vengono fatti uscire all’aperto e diretti sotto un pergolato nei pressi delle abitazioni. Qui i soldati, una volta radunati tutti gli ostaggi, fanno fuoco da distanza ravvicinata con mitragliatrici pesanti.

Delle 106 persone rastrellate a Valla, 2 riescono a fuggire poco prima dell’esecuzione. Si tratta di Alba Terenzoni e della figlia Adelitta, di tre anni. Si gettano da una finestra della casa in cui erano state rinchiuse mentre gli altri ostaggi cominciano ad essere condotti all’aperto.
Clara Cecchini, una bambina di sette anni, viene mitragliata insieme agli altri. Nonostante le gravi ferite riportate riesce a salvarsi, fingendosi morta per evitare il colpo di grazia.
I tedeschi se ne vanno nel pomeriggio, liberando gli ostaggi rastrellati a Colla e nel paese di San Terenzo.


Le vittime

Albertini Armando, 25 anni
Albertini Clelia, 11 anni
Ambrosini Palmira, 58 anni
Bambini Bernardina, 48 anni
Barucci Elsa, 24 anni
Barucci Giuseppe, 59 anni
Battistini Francesco, 61 anni
Battistini Maria, 58 anni
Biancardi Giuseppe, 17 anni
Bonatti Stuarda, 54 anni
Carlini Erminia, 71 anni
Carlini Genoveffa, 60 anni
Cecchini Carlo, 70 anni
Cecchini Dante, 67 anni
Cecchini Eugenia, 52 anni
Cecchini Eugenio, 43 anni
Cecchini Gino, 34 anni
Cecchini Giulia, 45 anni
Cecchini Maria, 20 anni
Cecchini Pietrino, 6 anni
Cecchini Rita, 3 anni
Cecchini Ultimia, 25 anni
Chinca Angiola, 33 anni
Chinca Maria, 31 anni
Chinca Oliva, 26 anni
Chinca Settimia, 22 anni
Conti Policarpo, 54 anni
Cresci Fedora, 25 anni
Dolcini Maria, 5 anni
Dolcini Mario, 3 anni
Favalli Minerva, 59 anni
Filippi Aristide, 14 anni
Filippi Dina, 16 anni
Filippi Eugenio, 74 anni
Filippi Nikita Valmo, 44 anni
Gabbrielli Francesca, 34 anni
Gargano Maria, 64 anni
Gerini Beppina, 17 anni
Gerini Dina, 12 anni
Giacomini Anna, 23 anni
Gianoglio Anna, 23 anni
Gianoglio Rina, 64 anni
Giorgi Elsa, 13 anni
Giorgi Giuseppina, 10 anni
Giorgi Lina, 15 anni
Guelfi Franco, 14 anni
Guelfi Maria, 12 anni
Guelfi Pietro, 65 anni
Innocenti Cesare, 68 anni
Lori Maria, s.i.a.
Maracci Andreina, 6 anni
Maracci Pier Luigi, 2 anni
Morelli Fabio, s.i.a.
Morelli Pier Giorgio, s.i.a.
Musetti Maria, 48 anni
Nardi Irene, 39 anni
Nardi Maria Angelina, 31 anni
Novelli Mafalda, 17 anni
Oligeri Alfonsina, 19 anni
Oligeri Luigi, 12 anni
Oligeri Maria, 15 anni
Oligeri Rita, 3 anni
Oligeri Romano, 17 anni
Orfanotti Dario, 47 anni
Orfanotti Iride, 20 anni
Orfanotti Pietro, 13 anni
Orlandi Ida, 51 anni
Orlandi Lino, 52 anni
Orlandi Vienna, 25 anni
Paradisi Mauro, 3 anni
Pasquali Elena, 43 anni
Pasquini Maria, 45 anni
Pasquini Rosa, 47 anni
Piccioli Lea, 32 anni
Pigoni Emilia, 61 anni
Pigoni Maria, 24 anni
Precetti Carla, s.i.a.
Precetti Giuseppina, s.i.a.
Precetti Roberta, s.i.a.
Pucci Assunta, 34 anni
Ricci Anna, 46 anni
Rossini Emilia, 53 anni
Serralunga Giovanni, 56 anni Sf Carr
Simonelli Giovanna, 18 anni
Simonelli Maria, 21 anni
Tanca Alberto, s.i.a.
Tanca Dino, s.i.a.
Tanca Sergio, s.i.a.
Taricco Vittoria, s.i.a.
Terenzoni Bruna, 16 anni
Terenzoni Emma, 21 anni
Terenzoni Flavio, 2 anni
Terenzoni Giuseppa, 13 anni
Terenzoni Italo, 51 anni
Terenzoni Leandrino, 7 anni
Terenzoni Ultimia, 3 anni
Tonelli Ersilia, 32 anni
Tonelli Luigi, 4 anni
Tulipani Lucia, 56 anni
Valtriani Enia, 19 anni
Vangeli Enrichetta, 68 anni
Vangeli Vittorina, s.i.a.
Venturini Elsa, 42 anni


I Responsabili

Reparto (divisione, reggimento, battaglione, corpo di appartenenza, ecc.)

16. Battaglione esplorante, 16. Panzer Grenadier Division “Reichsführer SS”.
16. Battaglione genieri, 16. Panzer Grenadier Division “Reichsführer SS”.
Battaglione di addestramento, 16. Panzer Grenadier Division “Reichsführer SS”.
Feldgendarmerie, 16. Panzer Grenadier Division “Reichsführer SS”.
Nomi:
1. Looss Helmut, colonnello responsabile dell’Ufficio informazioni (Ic) divisionale. Nato nel 1910.
Entrato nell’SD. Esperienze all’Est come ufficiale degli Einsatzgruppen.
2. Reder Walter, maggiore, comandante del 16. Battaglione esplorante, 16.“Reichsführer SS”.
Austriaco nato nel 1915. Esperienza nel campo di concentramento di Dachau e sul fronte orientale.
3. Walter Gerhard, tenente, comandante della Feldgendarmerie, 16. “Reichsführer SS”.
4. Fischer Albert, tenente del 16. Battaglione genieri, 16. “Reichsführer SS”.
5. Saur Otto, tenente, Battaglione di addestramento, 16. “Reichsführer SS”. Braccio destro del
capitano Max Paustian.
6. Hatz Rudolf, capitano. Nato nel 1918. Alla guida in questo caso della Feldgendarmerie. Già
operativo nell’Einsatzkommando 2 del fronte baltico e tra i responsabili dei massacri di Riga in
Lettonia.
7. Paustian Max, capitano, comandante della scuola allievi ufficiale della 16. “Reichsführer SS”. Nato
nel 1915. Esperienze di guerra all’est tra le fila della “Das Reich” e della “Totenkopf”.
8. Segebrecht Wilfried, tenente, comandante 1. Compagnia del 16. Battaglione esplorante.
9. Saalfrank Max, tenente, comandante 5. Compagnia del 16. Battaglione esplorante.

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